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La Scimmia (nascosta dietro l’asino nascosto dietro l’albero)

 

 

 

             

 

a cura di Fabrizio Pizzuto

Alberto Parres presenta una sua esposizione personale negli spazi de LaPortaBlu Gallery in occasione della Giornata del Contemporaneo indetta per il 6 ottobre 2007 dall’AMACI; Associazione Nazionale dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani.

La mostra, il cui sottotitolo richiama l’opera di Cattelan utilizzata proprio dall’AMACI come immagine guida della giornata, vede esposto un trittico di grandi dimensioni, come fulcro dell’opera, dentro al quale è “nascosta” la scimmia; la suddetta scimmia è invece presente soltanto nel pavimento colorato di oro, proiettata sotto forma di ombra e concettualmente emanata dallo stesso quadro.

Tutto è accompagnato da una serie di quadri piccoli, sorta di piccolo commento in cui inserti di carte giapponesi e del quadro “La scimmia” di El Greco aumenteranno il carattere contemplativo dell’intero spazio.
Parres lavora qui sul carattere riflessivo e installativo della sua pittura; i suoi valori pittorici sono presenti nell’intera ambientazione; ma dentro a questi si fa strada una profonda meditazione sul contenuto del lavoro. Si tratta di equilibrare la forza espressiva che nasce e che vorrebbe dirompere e renderla meditazione, calma, perfino concetto, e d’altro lato squilibrare la meditazione con l’urlo della vita, dato dal movimento delle pennellate oro, che unendo i trittici disturba il monocromo per ottenere la passione.

Il lavoro di Parres mescola dunque il movimento della vita alla sedimentazione della memoria, memoria di pittura, strati di pittura; e quello che viene fuori rappresenta quello che è dentro; “quello che non si vede si deve sentire”, sembra dirci Parres, ovvero la scimmia nascosta è un concetto che accompagna l’umanità, che come nel quadro di El Greco guarda la luce a fianco all’uomo, e che viene fuori dal lavoro pittorico perché vi è dentro.

Parres sembra qui meditare sulla vita dell’uomo, su ciò che è in noi o che gli parla di noi, un contrappunto non soltanto tra la pittura che da movimento e quella che si sedimenta, ma anche tra l’animale in noi, o meglio tra l’emanazione della scimmia nascosta in noi, pronta a squilibrarci, e la calma ragionata dei ghirigori orientali, qualcosa di emanato dalla saggezza e dalla pacatezza; qualcosa di imparato nella notte dei tempi… come d’altronde l’accettazione della scimmia.